La gita a Vigna di Valle

di Lorenzo Anelli

Sono sul FRECCIA ROSSA diretto a Salerno per un viaggio di semi diletto con mia moglie e, la mia mente viaggia alla velocità del treno (300 km orari, presumo). Sono tranquillo. Non so che fare. Ho quattro ore da perdere. Colgo l’occasione. Scrivo questo articolo per soddisfare una promessa data.
Penso ai molti viaggi che in passato ho fatto. Avventure in moto, auto, treno e aereo, non nego, sorrido un po’, pensando al piacevole viaggio/gita con il gruppo di cui faccio parte il GMB (GRUPPO MODELLISTICO BELGIOIOSO).

L’ organizzazione impeccabile di Gabriele accompagnato dal suo mitico papà , il servizio di Roberto taxi da Pavia all’ aereo porto a/r , le due insostituibili enciclopedie del volo tascabili da viaggio Angelo e Jacky ( ma quante ne sanno!) , un “grande” del volo acrobatico, Marco, con il suo papà! Il nostro tesoriere Giuseppe, Riccardo ed io componiamo la banda.
Ho aderito molto volentieri alla iniziativa del GMB in occasione del festeggiamento dei trent’anni dalla nascita, che ci ha portato in gita a Vigna di Valle in visita al museo storico dell’areonautica, Riccardo ed io abbiamo potuto provare l’esperienza del primo volo di linea. Data prevista di partenza 27 Ottobre 2013, rientro il giorno dopo. Molto tempo prima viene organizzato il tutto. Arriviamo a Roma con un’ora di ritardo, forte vento a Fiumicino la causa, il comandante durante l’attesa a Linate ci permette di visionare la cabina di pilotaggio, mitica!

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All’aereoporto romano ritiriamo l’auto a noleggio, impeccabile, molti punti feedback . Raggiungiamo il museo. Splendido.
“L’Idroscalo di Vigna di Valle è il più antico museo del volo in Italia, sito sulla sponda sud del lago di Bracciano dove, nel 1904 per volontà del Maggiore del Genio Mario Maurizio Moris, padre riconosciuto dell’aviazione italiana, fu impiantato il primo Cantiere Sperimentale Aeronautico. Qui volò nel 1908 il primo dirigibile militare italiano, l’N.1, opera degli ingegneri Gaetano Arturo Crocco e Ottavio Ricaldoni. Fanno da cornice al Museo, voluto e realizzato dalla Forza Armata per dare degna collocazione al patrimonio aeronautico italiano, le strutture e le costruzioni dell’idroscalo, oggi unico sito di questo genere in Italia a mantenere intatte le caratteristiche architettoniche tipiche di un insediamento aeronautico sviluppatosi in un arco temporale che va dall’origine fino agli anni ‘60 del secolo scorso.” Si legge nella pagina del sito.
Si parano davanti a noi modelli di aerei di ogni genere.

“Il Museo Storico dell’Aeronautica Militare, con i suoi 13.000 m2 di superficie espositiva coperta, è uno dei più grandi ed interessanti musei del volo esistenti al mondo. Disposto su quattro grandi padiglioni espositivi, il Museo accoglie al suo interno oltre 60 velivoli ed una cospicua , collezione di motori e cimeli aeronautici di vario genere che raccontano, in sequenza cronologica, la storia del volo militare in Italia e quella degli uomini che ne furono protagonisti. Il percorso si snoda attraverso i settori dedicati ai Pionieri, ai Dirigibili, alla Prima Guerra Mondiale (hangar Troster, inizio visita), all’epopea dei Voli Polari del Generale nobile,hangar Troster, alle Grandi Crociere di Massa, alla Coppa Schneider, ai velivoli tra le due guerre (hangar Velo), alla Seconda Guerra Mondiale e i grandi aeroplani (hangar Badoni ) per terminare con l’ultimo padiglione illustrante la rinascita post bellica dell’Aeronautica Militare Italiana, che comprende i velivoli a getto contemporanei (hangar Skema e l’appendice (hangar aggiuntiva dedicata ai velivoli Fiat G.91).”

Tra queste beltà ci si perde, chi fotografa, chi osserva motori, chi riconosce un cane (la Titina, di Nobile), chi tra di noi si perde tra le frecce tricolori. C’è anche la riproduzione dello SVA realizzata da Nicolò Saettone, e donata al museo dalla famiglia dopo la sua scomparsa. Arriva l’ora di pranzo, si va nella mensa della caserma, il rancio è ottimo e abbondante. Il pomeriggio trascorre veloce tra un aneddoto e l’altro. Arriva l’ora di chiusura. Peccato.

Auto e via verso l’albergo, costeggiando il lago si arriva. Accogliente generoso e …….. occupiamo le stanze, pulite e comode. Molti punti feedback. Si organizza la cena. Spettacolo, meravigliosa opportunità gastronomica da molti colta al volo. Bucatini all’amatriciana. Abbondante tripudio di sapori, colori e profumo. Qualcuno si ferma altri pensano alla pietanza e poi? Vuoi non mangiare il dolce? Preso. Abbondante cena. Giusto il prezzo. Vino buono locale suggestivo cordialità ottimo pasto il commento su Trip Advisor. Caffè ammazza caffè giro sul lungo lago notte.

La mattina colazione molto abbondante. Le alternative turistiche erano molte, ritengo ben centrata la meta alla necropoli Etrusca di Cerveteri. La necropoli etrusca della Banditaccia è posta su un’altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri (RM), e nei suoi circa 400 ettari di estensione si trovano molte migliaia di sepolture (la parte recintata e visitabile rappresenta soli 10 ettari di estensione e conta circa 400 tumuli), dalle più antiche del periodo villanoviano (IX secolo a.C.) alle più “recenti” del periodo etrusco (III secolo a.C.). La sua origine va ricercata in un nucleo di tombe villanoviane nella località Cava della Pozzolana, ed il nome “Banditaccia” deriva dal fatto che dalla fine dell’Ottocento la zona viene “bandita”, cioè affittata tramite bando, dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale. Vista la sua imponenza, la Necropoli della Banditaccia è la necropoli antica più estesa di tutta l’area mediterranea.

Le sepolture più antiche sono villanoviane (dal IX secolo a.C. all’VIII secolo a.C.), e sono caratterizzate dalla forma a pozzetto, dove venivano custodite le ceneri del defunto, o dalle fosse per l’inumazione. Dal VII secolo a.C., periodo etrusco, si hanno due tipi di sepolture, quelle a tumulo e quelle “a dado”. Queste ultime consistono in una lunga schiera di tombe allineate regolarmente lungo vie sepolcrali. Nella parte visitabile della Necropoli della Banditaccia ci sono due di queste vie, via dei Monti Ceriti e via dei Monti della Tolfa, risalenti al VI secolo a.C. Un Piero Angela virtuale ci spiegava come si viveva a quell’epoca. Fantastico. Come ogni cosa bella anche questo viaggio vi volgeva al termine, ma… scusate…, monti, lago mancava qualcosa……….! Verso la via del ritorno per la riconsegna delle auto…..il mare.

Un bell’esempio di voglia di stare insieme per la passione che ci accomuna ma non solo. Un esemplare modo di passare un weekend con gli Amici di merende.
Altra meta da studiare, ma assolutamente esperienza da ripetere presto, spero.

P.S. Sono molti i punti di feedback (aridaje con sti punti feedback… – nota editoriale-) ricevuti per questo viaggio dalla agenzia TACCHITOUR, io non la cambierei con nessuna altra al mondo.
Le fotografie di questo articolo sono di Roberto Soffiantini.

Sito del museo storico dell’Aeronautica MIlitare Italiana.